«Non riusciamo a lavorare». Il Circolo degli Artisti in Comune

Dopo il Mò Mò Republic un altro locale in difficoltà. «La burocrazia ci uccide. Ci hanno chiesto addirittura il certificato antisismico per il bancone del bar»

0
343

Il Circolo degli artisti manifesta sotto l”assessorato alla Cultura di Roma Capitale. In piazza Campitelli gridano “Vergogna” per “denunciare all”opinione pubblica il grave stato di disagio e precarietà in cui sono costrette a operare le imprese e gli operatori culturali a causa delle normative del settore farraginose e contraddittorie”.

TROPPA BUROCRAZIA – Mentre un gruppo scandisce cori con il megafono come “Il Circolo e” arte mettiti da parte” accanto a un cartellone che contiene “10 punti operativi” con un invito a firmare, il presidente del Circolo, Romano Cruciani, spiega alla Dire che “non ci rilasciano la licenza definitiva di cui abbiamo diritto perchè abbiamo fatto tutto quello che prevede la norma. Ci hanno chiesto addirittura il certificato antisismico per il bancone del bar. Siamo qui per cambiare il rapporto tra cittadini e istituzioni e per liberare risorse ed energie degli operatori culturali che a Roma invece di essere aiutati vengono fortemente ostacolati dalla burocrazia”. Una delegazione e” stata ricevuta adesso dalla commissione Cultura di Roma Capitale, presieduta da Michela Di Biase.

LE DIECI PROPOSTE – Dieci punti operativi per “aumentare la legalita” e la trasparenza per gli operatori privati e per l”amministrazione e per sostenere lo sviluppo dell”economia romana”. E” il manifesto ”La cultura risorsa di Roma” messo a punto dal Circolo degli artisti, il locale romano che compie quest”anno 25 anni di attivita”, e portato in versione maxi davanti all”assessorato all Cultura di Roma Capitale. Con il megafono, un gruppo di operatori del Circolo invita a firmare le dieci proposte, mentre una delegazione e” stata ricevuta dalla commissione Cultura, presieduta da Michela Di Biase. A firmare il manifesto, anche il neo europarlamentare Goffredo Bettini, i consiglieri capitolini Dario Nanni (Pd) e Gianluca Peciola (Sel), oltre ad attori, scrittori e musicisti presenti in piazza. Anche Piero Maccarinelli, regista teatrale, passando con l”auto si e” fermato e ha firmato il manifesto. ”Individuazione di spazi deputati allo svolgimento di attivita” culturali e di intrattenimento, in accordo con la sovrintendenza”, questo il primo punto del manifesto, seguito dalla richiesta di ”erogazione dei finanziamenti per attivita” culturali per un massimo di tre anni consecutivi allo stesso soggetto” e della ”creazione di un ufficio di tutoraggio per il sostegno agli operatori culturali”, che abbia anche ”funzione antiabusivismo” e che favorisca ”l”emersione delle attivita” culturali non pienamente regolari”.

IL CASO MO’ MO’ – Irregolarità edilizie e amministrative. Queste le motivazioni che hanno portato ai sigilli del Mo Mò Republic, storico locale della movida capitolina. L’operazione è stata condotta dalla polizia locale di Roma Capitale, diretti dal comandante Antonio Di Maggio, quelli dell’ufficio antiabusivismo del Comune di Roma e della Sovrintendenza comunale.

LE MOTIVAZIONI – Alla base del sequestro vi sarebbero difformità edilizie e amministrative sia nell’area verde della struttura che nell’ultimo piano della stessa. In particolare i nuovi gazebo sarebbero stati costruiti violando i vincoli della sovrintendenza. In pratica gli stessi sarebbero stati autorizzati per contenere un numero inferiore di persone rispetto a quello che si è accertato essere l’afflusso presso la struttura stessa. Irregolarità sarebbero state riscontrate anche nelle cucine interrate. Le indagini sono partite a seguito delle numerose segnalazioni da parte dei residenti esasperati per gli schiamazzi.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI CINQUE QUOTIDIANO

[wpmlsubscribe list=”9″]

È SUCCESSO OGGI...