L’autovelox finisce in soffitta. La polizia municipale di Roma e provincia stanno terminando le fasi di collaudo del nuovo sistema: il telelaser.
COME FUNZIONA – Il telelaser è una sorta di pistola che emana un raggio laser non dannoso che sfruttando un effetto fisico (il doppler, rifrazione e riflessione di onde) contro un ostacolo in movimento consente di misurarne la velocità. L’operatore prende la mira sul veicolo e “spara” questo fascio di luce che una volta colpito l’ostacolo ritorna indietro e sulla base di questa riflessione viene calcolata la velocità del veicolo. Rileva la velocità da 600 metri di distanza e fino a 150 metri: questo consente all’agente di fermare immediatamente l’auto che ha superato i limiti, senza assistere a brusche frenate davanti all’autovelox e soprattutto potendo effettuare immediatamente la constatazione.
LA DIFFERENZA – L’autovelox invece si basa sulla misurazione dell’intervallo di tempo necessario ad un veicolo per transitare davanti all’apparato su cui sono sistemati i due sensori. L’intervallo di tempo, tramite un calcolo, si traduce nell‘indicazione della velocità del veicolo. Se un veicolo supera la velocità limite impostata nell’autovelox, allora viene scattata la fotografia della sua targa posteriore.
Il limite dell’autovelox sta appunto nel riscontro a posteriori dell’avvenuta infrazione, senza contare i costi di gestione: la fotografia viene stampata su carta chimica. Il telelaser trasferisce la foto su un iPad e da lì può essere scaricata sul pc, stamparla o lasciarla in archivio.