Dopo 14 anni di astinenza Roma festeggia il ritorno della pajata sulle tavole.
Il piatto tipico mancava per effetto delle restrizioni sanitarie adottate nel luglio 2001 per far fronte all’emergenza mucca pazza (Bse).
LA BATTAGLIA – Si tratta del risultato della lunga battaglia della Coldiretti culminata con successo con il voto favorevole a Bruxelles dal comitato permanente vegetali, animali, derrate alimentari e mangimi dell’Unione Europea nella serata del 17 marzo per la modifica del regolamento comunitario n. 999/2001 sulle misure di prevenzione e controllo della Bse.
Un evento festeggiato oggi dalle donne della Coldiretti dalle 10.30 a Roma al Centro Congressi di Palazzo Rospigliosi sede della Coldiretti in via XXIV Maggio 43, con la preparazione di una maxipajata.
“Viene modificato – sottolinea la Coldiretti – l’elenco degli organi a rischio e consente di recuperare la colonna vertebrale ma, soprattutto, l’intero pacchetto intestinale. Una decisione che mette fine ad un doloroso divieto e apre finalmente le porte al ritorno del piatto più tipico della tradizione romana nella sua forma originale. La pajata è il termine romanesco per definire la prima parte dell’intestino tenue del vitello da latte che è stato fino ad oggi sostituito nei ristoranti e nelle trattorie dall’intestino d’agnello. E’ l’ingrediente principale di uno dei piatti più tipici della cultura gastronomica della capitale: i rigatoni con la pajata ma – continua la Coldiretti – in alternativa può essere proposta alla brace, in forma di spiedino”.
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