Carne rossa, insaccati, cancro e allarmismi: ecco come stanno davvero le cose

Parla la dottoressa Manzi, massima esperta in Europa in Culinary Nutrition

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Se ne parla da lunedì 26 ottobre. Da quando, cioè, un’agenzia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato che ci sono “prove consistenti” sull’aumento del rischio di contrarre il cancro per chi consuma carni rosse e lavorate. Un rapporto che ha scatenato polemiche e allarmismi generalizzati. Sulla vicenda ha provato a fare chiarezza la massima esperta in Europa in Culinary Nutrition, la dottoressa Chiara Manzi, direttore scientifico di Art joins Nutrition Academy, che, intervenuta ai microfoni della trasmissione “Genetica oggi”, condotta da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus, ha spiegato come “sotto i 350 grammi a settimana non si corre alcun rischio. Basta parlare di dieta mediterranea, non vuol dire nulla”.

CARNE ROSSA E INSACCATI – “Non bisogna allarmarsi ma sapere come stanno le cose realmente – ha spiegato la dottoressa Manzi in merito all’allarme lanciato dall’Oms –. L’emoglobina presente nella carne rossa nel nostro organismo si trasforma in sostanze cancerogene. Non sono gli additivi di questi cibi a favorire l’insorgenza di tumori allo stomaco e al colon, ma sono i metaboliti, quindi le sostanze che vengono prodotte dopo l’assimilazione di emoglobina. L’allarme si concentra in particolare sugli insaccati perché, oltre a contenere l’emoglobina, hanno anche degli additivi cancerogeni come nitrati e nitriti, spesso vengono affumicati e cotti sulla brace. Ma c’è una dose al di sotto la quale la ricerca scientifica assicura che non si corre nessun pericolo, questa dose è 50 grammi al giorno o 350 grammi a settimana. Certo, non è facile, perché già con due wurstel si supera la dose settimanale”.

DIETA MEDITERRANEA – “Sono stufa di tutto questo parlare di dieta mediterranea – ha aggiunto la dottoressa –, perché non vuol dire niente. Pizza e pasta fanno parte della dieta mediterranea, ma la dieta mediterranea deve evolvere, non basta parlare di cereali, legumi, olio extravergine d’oliva. Se questi piatti vengono cucinati con troppe calorie, troppi grassi e troppo zucchero, fanno male anche se appartengono alla dieta mediterranea. Questi professoroni che dicono di tornare alla dieta mediterranea, neanche sanno spiegare cosa vuol dire. È solo un modo per banalizzare la questione”.

 

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