Sono giorni di ribalta per l’enogastronomia siciliana e campana, a Roma. A cavallo tra fine ottobre e inizio novembre, si sono svolti due importanti incontri con la stampa e operatori del settore, sul tema della riscoperta di gusti e sapori antichi del Mediterraneo e sul turismo rurale.
Un mondo antico ma nuovo, perché il turismo rurale non è solo luoghi di partenze e arrivi. L’obiettivo è raccontare, col riavvicinarsi alle tradizioni, la storia e il modo di vivere di mondi creduti ormai lontani. E anche gli attori in campo sono cambiati. Perché ai tradizionali contadini e fattori, si sono sostituiti giovani e meno giovani piccoli imprenditori, che hanno studiato e puntano, come loro cavallo di battaglia, a una qualità dell’offerta a livelli alti.
Ma non è facile muoversi nel mondo della cooperazione interregionale quando si parla di valorizzazione del patrimonio enogastronomico e paesaggistico, specie se si è a digiuno di sigle come Prs, Gal, Pal. Acronimi che a prima vista sembrano scatole cinesi, ma ascoltando gli interventi degli oratori, si apre un mondo di moderna progettualità dove si relaziona l’antico con le più moderne tecnologie informatiche, per valorizzare produzioni agricole, risorse culturali, artigianali ed enogastronomiche. Rigidamente di qualità.
Si scopre così il ruolo determinante dei Gruppi di azione locale (Gal), che operano quali agenzie di sviluppo per l’attuazione di programmi integrati nell’ambito dell’Iniziativa comunitaria Leader+, che seguendo percorsi prestabiliti, orientano e assistono le aziende coinvolte nei progetti e nei bandi per i finanziamenti. Le linee dettate, sono quelle del Programma di sviluppo rurale (Psr), approvato e finanziato coi fondi stanziati dall’Unione Europea. A far luce su tutto, l’Agenzia per il Mediterraneo diretta dal siciliano Michele Germanà, società partecipata dai Gruppi d’azione locale siciliani e della Campania (17 in Sicilia e 5 in Campania), che con le autonomie locali ne rappresentano il partenariato pubblico e privato. Uno che questo mondo lo conosce e sa che non basta far le cose per bene se non si fanno sapere.
E la scelta di una ribalta internazionale come Roma, per far conoscere i prodotti e i progetti realizzati nell’ambito dei Programmi di sviluppo rurale di Campania e Sicilia, è stata sicuramente convincente, sia per i legami storici tra queste due terre e la Città eterna, che per attrattività turistica e dal punto di vista della comunicazione. Due location come Eataly Roma, cuore del gusto italiano, e Rest Art Rome, al Circo Massimo, che hanno contribuito – semmai ce ne fosse stato bisogno – a dar lustro a questa storia di “cucina povera” dai sapori genuini, coi colori della terra di altri tempi, come il pistacchio di Bronte e i vini prodotti sui fertili terreni vulcanici dell’Etna, ricchissimi di potassio e altri nutrienti, come il Nerello mascalese.
I Gal siciliani come i campani, aderiscono al marchio collettivo di qualità “Ruralità Mediterranea”, che attraverso controlli obbligatori, seleziona le aziende agricole, artigianali e del turismo rurale in linea coi principi di rispetto e integrazione dell’ambiente, l’utilizzo di prodotti, risorse locali e la valorizzazione delle tradizioni mediterranee.
Questa forma di turismo, un tempo di nicchia, va a colmare una richiesta crescente di periodi brevi di vacanze, dove soddisfare esigenze interiori e fisiologiche per scacciare lo stress quotidiano. Da qui gli ambienti tranquilli, i paesaggi incantati, i resort coi centri benessere, gli agriturismo, la bontà dei sapori della tradizione. «Ma serve essere meno spontanei e più professionisti», aveva detto a Eataly Roma il dg dell’Azienda romana mercati, Carlo Hausmann», che aveva continuato con «quello del gusto e del benessere è sempre più un turismo di massa che cerca la qualità nei prodotti enogastronomici, ma anche igiene negli ambienti residenziali e cortesia».
L’evento del 30 ottobre era titolato “Un viaggio nei luoghi e nei sapori della Sicilia orientale” e sul palco dei relatori, Giuseppe Glorioso (presidente Gal Etna) che ha introdotto, Ernesto Del Campo (responsabile di piano Gal Etna), Michele Germanà (presidente Agenzia per il Mediterraneo), Martina Indelicato (animatrice Gal Terre dell’Etna e dell’Alcantara), Carlo Hausmann (Cciaa Roma). A moderare il dibattito, la giornalista di “Cronache del gusto”, Francesca Landolina.
Durante la serata sono stati consegnati i “Passaporti del gusto” a due aziende siciliane che producono pistacchio, olio e olive. In chiusura, la presentazione e degustazione di prodotti provenienti dalle zone tipiche dell’Etna, curata dallo Chef e dagli studenti dell’Istituto per l’Enogastronomia e l’ospitalità alberghiera “Vincenzo Gioberti” di Roma.
Ma di prodotti e territorio si è parlato pure al Rest Art Rome martedì 3 novembre, presentando il «Progetto di Cooperazione Riscoperta e Valorizzazione della Ruralità Mediterranea», che coinvolge i cinque Gal campani, Alto Casertano, Colline Salernitane, I sentieri del buon vivere, Titerno e Vallo di Diano. È stato realizzato in collaborazione con la società di consulenza per la gestione aziendale Cogea Srl e illustrato dal manager, Ugo Abbagnano Trione con Marco Melloni (esperto per il marketing strategico) e Domenico Bocchini (esperto per la comunicazione informatica e tecnologica). Tra gli intervenuti anche Pietro Cappella, direttore del Gal Alto Casertano. Ha coordinato il giornalista Giuseppe Grifeo, collaboratore del quotidiano Il Tempo e direttore responsabile del quotidiano online «Di Roma» (www.di-roma.com).
Il progetto si basa su un sistema informatizzato, utilizzabile anche da smartphone. Un portale che, con una logica simile a un “motore di ricerca”, permette agli utenti di trovare informazioni di tipo enogastronomico e per l’ospitalità, su un territorio fra le province di Salerno, Caserta e Benevento, costituito da 115 comuni, con diverse comunità montane, borghi medievali, castelli e monasteri, boschi e sentieri montani pieni di mistero.
A farsi carico della ricerca, mappatura e inserimento dei dati su cantine, frantoi, agriturismo, forni del pane, vigneti e uliveti, sono sempre i Gal. Così le eccellenze dei loro territori, come coltivazioni di frutta e ortaggi, cereali, produzione di conserve, miele, salumifici, caseifici, ecc., saranno sempre a “portata di turista” . Dati da cercare in rete, per dare al turista la possibilità di crearsi un pacchetto vacanza su misura, in nome del bello e del gusto, in una terra generosa e per tanti versi sconosciuta, che si chiama Campania.
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