Roma è solo il punto di partenza di quella cupola mafiosa romana balzata ormai agli onori della cronaca nazionale ed europea. Tra gli affari di Buzzi, Carminati e Co ci sono anche gli appalti in provincia. A Sant’Oreste, piccolo Comune a nord della capitale, il re delle cooperative sociali aveva messo gli occhi sul servizio di igiene urbana. In un passaggio delle oltre 100 pagine del procedimento del giudice delle indagini preliminari Flavia Costantini emergono presunte collusioni tra Menichelli, sindaco del Comune di Sant’oreste, Placidi, responsabile U.T.C. del comune e Buzzi, nella qualità di amministratore delle cooperative aggiudicatarie Lucci, Garrone, Chiaravalle, Bugitti.
LA CRICCA – Gli amministratori indicati sarebbero responsabili di aver svolto «le loro funzioni in violazione dei doveri d’imparzialità della PA – si legge nel procedimento del giudice – e nel turbare, a favore delle cooperative riconducibili a Buzzi, la regolarità della procedura di gara per l’affidamento dell’appalto del servizio di igiene urbana, servizi vari accessori, e fornitura di attrezzature e materiali d’uso per la raccolta differenziata CIG 560688865 indetta dal Comune di S. Oreste, accordandosi con Buzzi e Lucci prima dell’aggiudicazione e consentendo a costoro di sostituire le offerte originariamente presentate con altre redatte ad hoc materialmente dalla Garrone, in accordo con Guarany e Bugitti». E qui si fa menzione anche delle somme e delle tangenti ricevute.
«Ricevevano – Menichelli la promessa di 30.000 euro; – Placidi la consegna di una somma di almeno 10.000 euro».
LE ACCUSE – In sostanza la cricca avrebbe posto in essere «condotte fraudolente con le quali nell’imminenza dell’affidamento, a termini scaduti, venivano sostituite le offerte presentate , con altre preparate dalla Garrone; turbavano la gara per l’affidamento dell’appalto del servizio di igiene urbana, servizi vari accessori, e fornitura di attrezzature e materiali d’uso per la raccolta differenziata indetta dal Comune di S. Oreste».
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