Non è bastata la presenza degli esperti che insieme al sindaco Damiano Pucci hanno provato a convincere qualche decina di cittadini raggruppati da uno “spontaneo” comitato di cittadini promosso dai 5stelle, dell’utilità del tempio crematorio per Rocca Priora. Non li hanno nemmeno lasciati parlare fra un continuo vociare ai limiti dell’insulto.
Eppure il comitato sostiene di aver raccolto oltre 1400 firme dei cittadini contrari al progetto, il che induce il sindaco a chiarire «allo stato attuale l’iter amministrativo è in una fase poco più che embrionale dal momento che dopo l’approvazione della delibera di interesse da parte del Consiglio comunale il prossimo e dirimente passaggio sarà quello della Conferenza dei servizi in programma per il 7 aprile». Un adempimento al quale parteciperanno la Regione Lazio, il ministero per i Beni e le Attività culturali, la Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici, il Parco regionale dei Castelli Romani, l’Agenzia regionale Parchi, l’Asl Rm6, la Città metropolitana, i Vigili del fuoco, l’Arpa Lazio, l’Enel e l’Italgas. Un bel parterre di gente competente e responsabile che non approverebbe mai un progetto se non fosse più che a norma. Di questo passo la strada per la posa della prima pietra è ancora lunga.
«Il tempio – ha detto l’assessore Claudio Fatelli – era previsto dal piano cimiteriale: ad oggi è solo una proposta e il Comune aveva tutto il diritto di accettarla e valutarla». Se è vero che il Comune non può restare insensibile all’opinione di una parte dei cittadini che vogliono un referendum, è anche vero che il progetto della Socrit si inserisce in un contesto dove un’opera di questo genere era comunque stata prevista. Inoltre nel momento di approvare la delibera d’interesse, la maggioranza ha guardato anche a quelli che saranno i benefici per Rocca Priora. Infatti, prosegue Pucci «i costruttori avranno una gestione a tempo, dopo di che l’opera entrerà a tutti gli effetti tra quelle pubbliche».
Inoltre l’area in cui dovrebbe sorgere il crematorio è distante dal centro cittadino e vicino alla A1. Questo significa che la gente il Tempio Crematorio nemmeno lo vedrà. Oggi, in Italia, i templi crematori sono una quarantina, soggetti a rigidissimi controlli. All’inizio di marzo era stato l’ingegnere responsabile del progetto Socrim a spiegare l’unicità di questa opera che prevede tutta una serie di servizi quali il “Giardino delle rimembranze”, con relative targhe in memoria dei defunti, e un circuito di video sorveglianza per assistere alla funzione che oggi non è proibita dalla Chiesa cattolica.
Funziona così in tutto il mondo civile ma, a Rocca, non piace al Movimento 5stelle un po’ per l’effetto “Nimby” per il quale nessuno vuole che si bruci qualcosa vicino al giardinetto di casa propria, un po’ perché sfugge il risultato economico dell’impresa. Infatti il progetto punta a evitare il sovraffollamento dei deceduti nei camposanti con relativo consumo di territorio. Inoltre la cremazione comporta costi meno elevati della sepoltura. Il project financing della Socrim carica inoltre sulla società i costi di realizzazione e le lascia un limitato periodo per ricavarne gli utili a copertura dell’investimento.
Giuliano Longo