Mafia Capitale, 37 arresti e oltre 100 indagati. Ecco il mondo di Carminati

«Ci sono i vivi sopra e i morti sotto e noi in mezzo». Ecco le intercettazioni shock

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C’è un”intercettazione che spiega il senso dell’organizzazione mafiosa messa su da Massimo Carminati e ha dato il nome ha all”indagine della Procura della Repubblica di Roma che ha portato a 37 arresti.

LE INTERCETTAZIONI – “L”intercettazione per noi più significativa è questa- ha spiegato il procuratore capo Giuseppe Pignatone- quando Carminati parlando con il suo braccio destro militare, Riccardo Brugia, gli dice ”E” la teoria del mondo di mezzo, ci sono i vivi sopra e i morti sotto e noi in mezzo. C”è un mondo in cui tutti si incontrano, il mondo di mezzo e” quello dove e”” anche possibile che io mi trovi a cena con un politico…”. Carminati parla col ”mondo di sopra”, quello della politica e col ”mondo di sotto”, quello criminale, e si mette al servizio del primo avvalendosi del secondo al servizio del primo.
La caratteristica principale di questa organizzazione sta nei suoi rapporti con la politica e nel fatto che alterna la corruzione alla violenza, preferendo la prima perche” fa meno clamore”.

mafia a Roma

UNA STRUTTURA RAMIFICATA – I provvedimenti dell”operazione ”Mondo di mezzo” “scaturiscono da un”attività investigativa avviata nel 2012 dal raggruppamento del Ros, sotto la direzione della Procura distrettuale antimafia di Roma, nei confronti di un’organizzazione mafiosa radicata nella Capitale, facente capo a Massimo Carminati, pluripregiudicato, già appartenente all”organizzazione terroristica dei Nar e strettamente legato allo storico sodalizio criminale denominato Banda della Magliana, nonche” coinvolto in diverse vicende processuali afferenti a gravi ed eclatanti episodi delittuosi”. Le indagini, spiegano i Ros in una nota, “hanno accertato l”operatività di una ramificata e pervasiva struttura mafiosa, ”Mafia Capitale” che, nel tempo, ha assunto caratteri di originalita”, differenziandosi significativamente dalle cosiddette mafie tradizionali. Avvalendosi dello storico legame con esponenti dell”estrema destra romana, alcuni dei quali divenuti esponenti politici o manager pubblici, il sodalizio si e” gradualmente dimensionato in un”organizzazione di tipo evoluto, dedita alla sistematica infiltrazione del tessuto economico ed istituzionale, con una struttura tipicamente mafiosa ed un apparato in grado di gestire i diversificati interessi illeciti”. In particolare, aggiungono i Ros, “per quanto attiene alla mafiosita” del sodalizio, sono stati acquisiti tutti gli elementi che ne caratterizzano la sussistenza, con riferimento alla struttura gerarchizzata, alla segretezza e al rispetto del vincolo associativo, all”assistenza legale fornita agli affiliati detenuti ed ai familiari, alla disponibilita” di armi ed, in primo luogo, all”utilizzo del cosiddetto metodo mafioso connotato dall”esercizio di un forte potere intimidatorio. In tale ambito, sono emersi anche gli stretti rapporti con esponenti apicali di organizzazioni di altissimo profilo criminale operanti nella Capitale, quali: il clan camorrista facente capo a Michele Senese, radicato a Roma sin dagli Anni 80 e dedito al traffico internazionale di sostanze stupefacenti; il clan Casamonica, attivo nel quadrante sud-est della citta” e dedito ad una vasta gamma di attivita” delittuose, in particolare usura e riciclaggio; Ernesto Diotallevi, gia” appartenente alla Banda della Magliana con compiti di riciclaggio dei capitali illeciti, e Giovanni De Carlo, subentrato al primo nello scacchiere delinquenziale romano; proiezioni del clan mafioso catanese di Santapaola; un gruppo di rapinatori albanesi particolarmente agguerrito e pericoloso”.

 

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