Roma, San Basilio come “The Wire” tra droga, vedette e microspie: sgominata gang

Apertura e chiusura dello spaccio erano stabiliti in base a eventi come le partite di Roma e Lazio

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Sembrava la sceneggiatura di una puntata di “The Wire”, spietata e iper-realistica serie tv americana sulla guerra quotidiana tra forze dell’ordine e trafficanti di droga, e invece è quanto accadeva davvero nel quartiere romano di San Basilio. Da una parte una banda dedita allo spaccio, organizzatissima, con vedette, pusher e capi; dall’altra gli agenti di polizia, tra appostamenti e sofisticate tecnologie di intercettazione.

GLI ARRESTI – L’operazione, denominata “Terra nostra”, si è conclusa nella giornata di ieri con l’esecuzione di nove arresti, di cui cinque in carcere e quattro agli ai domiciliari, e con la denuncia di quattro persone denunciate in stato di libertà. Tutti gli indagati dovranno rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla detenzione ed allo spaccio di sostanze stupefacenti.

L’ORGANIZZAZIONE DELLA BANDA – L’organizzazione, radicata nel quartiere romano di San Basilio, era dedita soprattutto alla vendita della cocaina e solo sporadicamente a quella di marijuana e hashish. Iniziata nel settembre del 2014, l’attività di indagine degli agenti di polizia del commissariato di zona ha preso il via in seguito a una serie di servizi che hanno permesso di raccogliere sufficienti elementi sulla presenza, in via San Benedetto del Tronto e piazza Urbania, di un gruppo dedito allo spaccio estremamente organizzato e con un organigramma ben delineato, con specifica distribuzione dei ruoli, dalla vedetta in strada al contatto con il compratore tossicodipendente, fino alla riscossione del denaro.

LUOGHI E ORARI DELLO SPACCIO – Lo spaccio avveniva tra le 10 del mattino fino alla mezzanotte ed i pusher effettuavano due turnazioni, dalle 10 alle 17 e dalle 17 alle 24. Le singole dosi erano solitamente occultate nei pressi dell’area di spaccio: aiuole, siepi, intercapedini, contatori della luce e del gas, i nascondigli preferiti dai pusher.

LE INTERCETTAZIONI – Gli appostamenti messi in atto dagli agenti del commissariato San Basilio si sono protratti per un lungo periodo, necessario per ricostruire l’intero organigramma dell’organizzazione, dalle vedette ai capi che, con cadenza mensile, si avvalevano anche della collaborazione di personale specializzato per far bonificare le loro abitazioni e i loro veicoli, nel timore di essere intercettati con microspie. Proprio in virtù di tutti questi accorgimenti, i poliziotti sono dovuti ricorrere all’utilizzo delle più sofisticate tecnologie di controllo che, unite alla professionalità degli investigatori, hanno permesso di mettere sotto scacco la banda.

IL CAPO DELLA GANG – A capo della gang un 37enne romano che fungeva sia da dirigente operativo, sia da finanziatore. Lo stesso esigeva che i suoi subordinati fossero sempre vigili e utilizzassero uno schema prestabilito per spacciare. Tutto il gruppo, ormai specializzato nel settore e conosciuto dai clienti che arrivavano da ogni quartiere della Capitale, modulava l’orario di apertura e chiusura dello spaccio in base ai giorni della settimana e agli eventi della giornata, come ad esempio le partite della Lazio o della Roma.

I RICAVI – In base ai riscontri effettuati, è stato possibile stimare che i pusher spacciavano di media tra le 6/7000 dosi di droga al mese, pari a circa quattro chili di droga, per un valore di circa 200.000 euro. Nel corso dell’indagine, a più riprese sono state sequestrate consistenti partite di stupefacenti.

IL BLITZ – All’operazione di polizia, iniziata alle prime ore dell’alba di ieri, oltre al personale del commissariato, hanno partecipato anche agenti di vari altri commissariati, del reparto prevenzione crimine, dei reparto cinofili e della polaria.

 

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