Dopo tre mesi e mezzo dall’ultima udienza arriva il via libera al restauro del Colosseo targato Tod’s. La sesta sezione del Consiglio di Stato ha infatti rigettato il ricorso del Codacons contro la sponsorizzazione affidata al gruppo di Diego Della Valle per un valore di 25 milioni di euro.
I giudici di Palazzo Spada respingono dunque la richiesta dell’associazione dei consumatori guidata da Carlo Rienzi e danno il via libera ai lavori di restauro dell’Anfiteatro Flavio.
Il Codacons appare al Consiglio di Stato "privo di legittimazione a ricorrere" sia dal punto di vista di associazione a tutela dell’ambiente, sia dal punto di vista di associazione di consumatori e utenti. È questa la motivazione principale che ha portato i giudici a rigettare l’appello presentato contro la sponsorizzazione del restauro del Colosseo da parte del gruppo Tod’s. "La qualità di associazione di protezione ambientale non legittimava il Codacons al ricorso proposto in ordine alla sponsorizzazione del restauro del Colosseo".
Nella sentenza pubblicata oggi, si ribadisce di fatto l’illegittimità del Codacons a presentare il ricorso spiegando che su questo punto le "considerazioni" presentate in appello da Rienzi "appaiono comunque infondate". Sì perché se è vero che l’ambiente nella sua "nozione allargata" può essere inteso come "complesso dei valori che caratterizzano il territorio", e dunque anche i beni culturali (la sentenza cita anche l’articolo 9 della Costituzione), è altrettanto vero che "il sistema normativo vigente è fondato su una distinta scansione concettuale tra patrimonio culturale e ambiente". Più nello specifico, la sentenza dice che "un contratto di sponsorizzazione stipulato in vista del restauro di un bene culturale" rappresenta "un fatto che rientra nella funzione di tutela non dell’ambiente ma dei beni culturali. La qualità di associazione di protezione ambientale non legittimava quindi il Codacons – si legge nella sentenza- al ricorso proposto in ordine alla sponsorizzazione del restauro del Colosseo".
Per quanto riguarda invece le ragioni che hanno portato il Codacons a ricorrere contro la sponsorizzazione Tod’s del restauro, la sentenza spiega che "le considerazioni dell’appellante sono esposte in modo apodittico e non sono rapportate a specifici fattori di incongruità o illogicità del contratto di sponsorizzazione". E ancora: "Secondo gli appellanti, infatti, la situazione legittimante invocata atterrebbe non a ragioni di controllo della spesa pubblica, ma alla genericità e ambiguità di una sponsorizzazione".
Secondo il Codacons il danno dato dalla sponsorizzazione veniva configurato, ricorda la VI sezione del Cds nella sentenza, "sotto il profilo della perdita di “chance”, per l’utente, di ottenere migliori condizioni di sponsorizzazione" ma per i giudici "tali circostanze non trovano alcun concreto riscontro nel caso di specie, tenuto conto dei contenuti dell’accordo.
Il Consiglio di Stato ha detto la sua anche sulla presenza, accanto al Codacons, di alcune associazioni di categoria, quale quella dei camion-bar rappresentata anche dalla famiglia Tredicine che ha affiancato l’appello di Rienzi, perché "non è consentito che l’interesse dedotto in giudizio riguardi soltanto una parte delle categorie rappresentate, ponendosi in caso contrario configurante una situazione di conflitto di interessi dell’associazione stessa con alcuni dei soggetti rappresentati, o una non consentita sostituzione processuale".
Soddisfatto il sindaco Marino che ha espresso su Twitter il suo giudizio positivo: “Dopo via libera Consiglio di Stato, può partire restauro Colosseo.Una buona notizia per Roma alla vigilia della Notte dei Fori #foripedonali”