Su Risorse per Roma pronto a scoppiare il caso dei vigilantes dei Rom

L'8 ottobre scadranno i 90 giorni per la procedura di mobilità. La questione in mano al nuovo presidente

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Il 18 luglio scorso un comunicato del Campidoglio annunciava che i dipendenti di Risorse per Roma, impiegati nei servizi di guardiania dei Villaggi della solidarietà (villaggi rom) avevano incontrato l’assessore ai Servizi Sociali Rita Cutini individuando un percorso che interrompeva per i prossimi 90 giorni la procedura di mobilità aperta dai vertici aziendali. I 90 giorni scadono l’8 di questo mese, ma ancora nulla si sa della sorte di questi lavoratori. La patata bollente ricade quindi nelle mani del neo presidente di RpR Massimo Bartoli, già direttore esecutivo del Comune, designato dal sindaco Ignazio Marino con pieni poteri a quell’incarico.

83 VIGILANTES – La vicenda risale a quando pochi giorni prima del ballottaggio con Ignazio Marino quando l’allora sindaco Gianni Alemanno fece assumere a RpR 83 vigilantes a tempo indeterminato e senza concorso pubblico. In ottemperanza ad una lettera che il prefetto aveva scritto al sindaco chiedendo che non venisse meno la sorveglianza dei campi. Alemanno girava la richiesta a “Risorse” che quei lavoratori aveva impiegato dal marzo 2012 nonostante questa attività nulla avesse a che fare con la mission della municipalizzata. Si dà il caso che l’assunzione mancasse della copertura finanziaria perché la convenzione per la sorveglianza (3 milioni e mezzo in 3 anni) scadeva  proprio il 21 luglio di quest’anno.

ASSESSORE AL SOCIALE – Succede allora che la solerte Rita Cutini tentando di applicare la spending review al suo Dipartimento comunicava al presidente di Rpr, allora Domenico Kappler, che non avrebbe rinnovato l’affidamento per la vigilanza degli 8 campi rom presenti in città senza però indicare soluzioni alternative di reimpiego per quei dipendenti. RpR avviava allora la procedura di licenziamento collettivo, mettendo di fatto alla porta i lavoratori. Da tenere conto che 78 persone pare siano state assunte con contratti da operatori di pulizie, questione che è attualmente al vaglio della magistratura. Oggi i sindacati chiedono un incontro urgente con il presidente Bartoli di fresca nomina per dirimere la questione senza tener conto che nel frattempo lo stanziamento a bilancio per RpR si è ridotto da 50 a 42 milioni.

CASI DIFFICILI  – Ma a dimostrazione che su questa società si vadano scaricando oneri che non le competerebbero, c’è anche il concorsone indetto dalla Regione per 50 tirocini formativi a 500 euro al mese (pagati dalla Regione) che avrebbe attirato alla Fiera di Roma ben 1800 partecipanti mettendo in serie difficoltà organizzative RpR costretta a rinviarlo. Infine ci risulta che la società dovrebbe a breve regolarizzare decine di contratti precari in scadenza. Un bel groviglio per Massimo Bartoli che si trova ai vertici di una società di circa 600 dipendenti e considerata sino ad oggi (come anche ha denunciato questa testata) una fabbrica di stipendi e dirigenti. Ad aggravare la situazione ci mancava anche la assessora Cutini sensibile alle sorti dei poveri e degli oppressi ma assai distratta sui posti di lavoro che potrebbero sfumare.

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