Non sappiamo se analoghe iniziative siano state assunte da altri consigli comunali d’Italia, iniziative che hanno più valore propagandistico che effetti pratici. Resta il fatto che oggi un’ Assemblea capitolina straordinaria ha affrontato i temi legati alla sicurezza e alle misure di prevenzione contro il terrorismo. Poco prima della seduta c’è stato un colloquio privato di oltre mezz’ora tra Ignazio Marino e il prefetto Giuseppe Pecoraro, insieme al presidente del Consiglio capitolino Valeria Baglio. Poi la kermesse del sindaco che chiede risposte alle paure che a suo avviso «non possono risolversi nel solo controllo del territorio.» Non manca nemmeno la citazione di Salman Rushdie, lo scrittore anglo-indiano colpito dalla fathwa degli ahiatollàh sciiti per il suo libro ‘Versetti satanici’ il quale ha più volte affermato che il terrorismo si sconfigge non facendosi terrorizzare.
LE PAROLE DI IGNAZIO MARINO – Poi via libera alla retorica: «Da quest’Aula deve partire il segnale forte di una Roma capitale della convivenza e della civiltà» e ancora «Roma è la capitale della pace e della civiltà intese come condizioni necessarie alla convivenza civile. Valori che «fanno parte del nostro dna» e per questo «siamo chiamati a una grande prova di unità per essere, sempre di più una comunità moderna e democratica.» Con relativo appello finale del sindaco «alla costruzione di una libertà per tutti, con tutti e di tutti» lavorando «insieme, al di là e oltre le differenze di pensiero…» Poi al dunque Marino recita il suo solito mantra «più risorse, uomini e mezzi.» Dopo tanta fumo e poco arrosto il prefetto Pecoraro a rimettere la questione con i piedi per terra. Intanto affermando che non ci sono rischi specifici per Roma e l’Italia. «Nessun segnale in questo senso – ha spiegato- hanno ricevuto la nostra intelligence o le nostre forze dell’ordine a livello centrale.» Ovviamente «non è possibile controllare tutti gli obiettivi sensibili, ma stiamo facendo uno sforzo e continueremo a farlo affinché tutti siano vigilati o raggiungibili in 5 minuti con una pianificazione delle risorse a disposizione per fare in modo che gli obiettivi siano controllati o controllabili.»
LA SITUAZIONE DEL CIE A ROMA – Aggiungendo che se è praticamente impossibile controllare tutte le scuole di Roma sono state date comunque indicazioni precise per renderle più sicure. Pecoraro si rende conto che il terrorismo è la punta di un iceberg di un malcontento da contrastare con la cultura, la non ghettizzazione, ma non nasconde le strumentalizzazioni degli immigrati come emerge dalle occupazioni abusive, dai cortei e dalla prostituzione di strada. Nel giorno della seduta straordinaria dell’Assemblea capitolina una delegazione di Radicali Roma ha visitato il CIE Centro di di Ponte Galeria e il consigliere Riccardo Magi ha chiesto a Marino «come Sindaco e come medico, di visitare al più presto questa struttura e di mobilitarsi per chiederne la chiusura immediata, anche nella veste di autorità sanitaria locale.» Infatti oltre ai frequenti tentativi di suicidio e agli atti di autolesionismo a Ponte Galeria si riscontrano casi di scabbia e di altre patologie dovute alla promiscuità e alle condizioni precarie in cui sono costretti a vivere gli immigrati. Condizioni che i radicali hanno deciso di documentare pubblicando alcune fotografie scattate all’interno della struttura (LINK http://goo.gl/lJuyse) e che confermano quanto riportato nel recente Rapporto della Commissione straordinaria del Senato per la tutela e la promozione dei diritti umani.
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