Casamonica, a Roma nessuna Cupola. Ma pericoli di mafia sì

L'intervento ad “Agorà estate” dell'assessore alla Legalità Alfonso Sabella

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«Il sindaco Marino? Credo tornerà a fine mese». Così ad “Agorà estateAlfonso Sabella, assessore alla Legalità del Comune di Roma. Per fortuna che il Campidoglio è ben presidiato perché «io ci sarò» ha aggiunto senza esitazioni l’assessore. La confortante notizia fa riferimento alla sua presenza durante la relazione che il ministro Alfano presenterà giovedì prossimo al Consiglio dei Ministri sulle infiltrazioni mafiose nella capitale.

NESSUNA SODDISFAZIONE AI CASAMONICA – In effetti qualche critica si era levata anche dal Pd per i 17 viaggi all’estero in due anni di Marino, ma per Sabella non è «affatto incredibile che una persona che lavora ininterrottamente, giorno e notte, dal 23 dicembre ad oggi, si pigli dieci giorni di vacanza. Se fossi tornato dalle ferie, avrei dato un’ulteriore soddisfazione a questi signori. Io non torno dalle mie vacanze per dare una soddisfazione ai Casamonica, le ferie sono un diritto, e non ci rinuncio per un funerale cafone».

MAI “CUPOLE” A ROMA – Poi ci ritroviamo Sabella, che non si nega certo ai media, su RaiNews24 dove ha ricordato la presenza degli Spada legati ai Casamonica, «che fanno lo stesso» anche se nella Capitale «non c’è una sola organizzazione mafiosa – spiega – perché è troppo grande per essere controllata da una sola, e Roma non è una città mafiosa. Però a Roma sono presenti organizzazioni che dialogano tra loro, che hanno rapporti e relazioni». L’assessore ha poi ricordato come siano state accertate «le relazioni tra Casamonica e Mafia Capitale, la Ndrangheta, tra i Casamonica e gli Spada, tra Mafia Capitale e soggetti legati ai Fasciani. Ma, prosegue Sabella, «una Cupola non l’avremo mai, la magistratura sta facendo un lavoro straordinario e le altre istituzioni stanno facendo il loro compito, cosa che forse in passato hanno fatto molto meno».

IL RAFFRONTO CON PALERMO – Sempre su RaiNews24 a proposito dei grotteschi funerali di Vittorio Casamonica ha invece affermato «Avevo visto queste cose già in passato, quando facevo il Pm a Palermo (dove ha lavorato con il procuratore Caselli dal 1993 al 1999, ndr). Rivederle a Roma, e a distanza di tanti anni, mi lascia perplesso e preoccupato». E ha parlato di una «sfida» e di «una affermazione della presenza di una comunità, di un popolo, di sudditi di un re che in quella occasione ha manifestato potenza e arroganza». Aggiungendo «dovremmo interrogarci su questo. Passiamo invece il tempo a parlare delle polemiche – ha proseguito -. Certo che non doveva verificarsi, ma Roma deve farsi anticorpi sufficienti, Palermo e Corleone ci sono riuscite dopo aver pagato tanti tributi di sangue». Un raffronto certamente non confortante per la città.

 

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