Campidoglio, lo spettro di Marino si aggira sulle prossime comunali

I sondaggi commissionati dal Pd fanno tremare i polsi di Renzi: l'ex sindaco è dato al 18%

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Sarà vero oppure no, Dagospia lo raccontò. In un flash di pochi minuti fa il portale di Roberto D’Agostino, sempre dovizioso di anticipazioni e gossip dei palazzi che contano, scrive «Allarme a Roma! I sondaggi commissionati dal Pd fanno tremare i polsi di Renzi: Ignaro (affettuosa definizione di Ignazio ndr) Marino è dato al 18 per cento mentre il candidato (per ora) del premier, Roberto Giachetti, veleggia sul 20…». Considerando che Dagospia non è un portale di pellegrini ma riesce spesso a raccoglierei il meglio delle soffiate del mondo politico che conta, se la notizia fosse vera chi sarebbe in grande difficoltà non sarebbe solo Renzi, che alla fin de la fiera potrebbe anche mollare i 5stelle di Roma, ma soprattutto il commissario del Pd romano Matteo Orfini, il giovane turco democrat che ha gestito la vicenda Marino ai limiti dell’incredibile. Trasfigurando un sindaco incapace (a detta di molti) nel martire del presidente del consiglio Renzi.

GUAI IN VISTA – Resta il fatto che chi veleggia veleggia, ma il consenso di parte dei militanti del Pd all’ex sindaco è indubbio come dimostrato dalla manifestazione in suo favore sotto il Campidoglio prima che il notaio raccogliesse le firme della sua condanna.  Certo il 18% sul 50% prevedibile dei romani che non andrebbero a votare, non è roba da far attizzare. Resta il fatto che una lista Marino, magari sostenuta dai seguaci di Vendola e Fassina, potrebbe creare notevoli guai al Pd che rischierebbe di non arrivare al ballottaggio con i grillini disponibili a candidare il primo che capita per strada, purchè contrario alle elites dominanti. Certo la politica è strana perchè fino a qualche settimana fa era lo stesso Fassina a dichiarare che l’esperienza Marino era conclusa, suscitando non solo evidenti malumori nella base di Sel, ma spingendo alcuni circoli del Pd ad invitare Marino, un giorno sì e l’altro pure, ad esternare coram populo le sue convinzioni.

LA MINA VAGANTE – Insomma, Ignazio che non nasconde la sua sete di revanche potrebbe davvero diventare una mina vagante sotto la poltrona di Orfini che pure concede a tutti gli ex consiglieri del suo partito la possibilità di ricandidarsi, con scarse possibilità di successo per molti di loro. Fortunatamente per il Partito di Renzi (PDR) la destra non è in grado di esprimere un candidato autorevole, se non Giorgia Meloni che tuttavia annovera fra il personale politico dei Fratelli d’Italia molte delle glorie che furono di Alemanno. E Marchini? Per ora naviga sottotraccia, dice che non chiede il sostegno di nessuna delle tradizionali forze politiche dalle quali comunque non si può prescindere, almeno finchè esistono. Insomma un bel pasticcio che il presidente del consiglio potrebbe tentare di superare con una candidature autorevole. Ad esempio quella del prefetto di Roma Franco Gabrielli da mesi esposto alle luci della ribalta, che comunque nega fermamente l’ipotesi di una su candidatura. Ma chissà, se la Patria chiama…

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