Cooperative sociali, Capodarco ci scrive: “Orgogliosi della nostra storia”

La replica ad un nostro articolo dello scorso sei dicembre

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Pubblichiamo volentieri la lettera di don Franco Monterubbianesi precisando che fa riferimento al mio articolo pubblicato su cinquequotidiano.it il 6 dicembre e riportato il giorno successivo su la Provincia e precisiamo quanto segue: la frase “ricettacolo di ogni nequizia” era volutamente sarcastica proprio nei confronti di chi vedrebbe con favore lo smantellamento del sistema delle coop sociali. Inoltre contrariamente a quanto scrive don Franco, del quale condividiamo pienamente le opinioni espresse nella lettera e le dovute precisazioni, la nostra testata ben conosce i problemi di queste cooperative come risulta da una più attenta lettura del nostro articolo. Invitiamo quindi don Franco ad accedere all’archivio elettronico di Cinquequotidiano.it da 2009 in poi per avere conferma  di quanto sopra riportato. Quanto alle inesattezze lamentate facciamo presente che non era possibile esaurire l’argomento Capodarco nei limiti di un articolo e pertanto ringraziamo don Franco per il suo contributo.

con stima
Giuliano Longo

«Gentile direttore,
quale fondatore della Comunità di Capodarco, che esattamente da 50 anni opera nel settore della disabilità, le scrivo per intervenire in merito all’articolo di lunedì 7 dicembre, intitolato “Il sistema delle cooperative congelate: Capodarco travolta dall’inchiesta. Gestiva i servizi di Recup”.
Essendo l’articolo molto impreciso in tanti aspetti, ed infamante le varie cooperative sociali che portano l’origine di Capodarco “come ricettacoli di nequizia”, non posso non reagire, dicendo che come fondatore della Comunità mi vanto per la storia del valore delle nostre cooperative nate da Capodarco.

La prima precisazione è che la cooperativa che oggi gestisce il Recup, originata dalla Comunità Capodarco di Roma si chiama Consorzio Sociale Gruppo Darco. E’ il consorzio che gestisce il servizio di Recup nella regione Lazio, con 2000 dipendenti di cui 800 disabili. Nacque come consorzio COIN nel lontano 1988, ma il presidente Maurizio Marotta, sin dal 1975, era presidente della Cooperativa Capodarco Ceramica, che ospitava i lavoratori disabili della nostra Comunità, sempre con grande impegno. Successivamente nacque la Capodarco Servizi, e così nacque la più grande cooperativa sociale d’Italia, col merito di dare lavoro a tante persone, tra cui moltissimi disabili, rendendo alla Regione un servizio molto apprezzato.

Purtroppo proprio il merito di essere una realtà cooperativa così grande ha suscitato gli appetiti disonesti del sistema denominato Mafia Capitale, e dalle indagini si sa che le nostre cooperative sono uscite a testa alta dagli illeciti tentativi di coinvolgerci. Purtroppo le indagini non sono finite, è stato negato al Consorzio Darco la possibilità di costituirsi parte civile nel processo. Al diniego dell’autorità giudiziaria, il presidente ha ritenuto opportuno dimettersi per non danneggiare il Gruppo per i prossimi appalti, ma il Prefetto di Roma ha preso un provvedimento di interdizione che impedisce alla cooperativa di rispondere ai bandi pubblici.

Alla stampa Marotta dichiarava: “Respingo con sdegno ogni accusa di coinvolgimento della Capodarco in vicende mafiose”. Per la mia testimonianza di fondatore della Comunità di Capodarco, confermo non solo la stima degli uomini che hanno collaborato con me, come Marotta, ma anche il grande apprezzamento delle loro fatiche con tutti gli attacchi alla loro onestà avuti in questi anni. Come Augusto Battaglia, anche lui messo in difficoltà da questi indebiti attacchi, che è stato un uomo che nello spirito di condivisione totale della condizione dei disabili e dell’ideale comunitario, è stato il mio collaboratore più valido negli anni della mia presidenza, dal 1974 al 2003.

Siamo stati insieme con lui nella storia grandiosa che abbiamo vissuto persino fautori di leggi che derivavano dalla nostra esperienza di frontiera: Battaglia è stato primo firmatario della legge 68/99, approvata soprattutto grazie alla sua fatica e passione. Nel nostro lavoro quarantennale di formazione ed avvio al lavoro siamo riusciti ad occupare più di mille disabili mentali. Sempre io ed Augusto abbiamo sostenuto il comportamento integerrimo di Marotta, per cui attendiamo l’esito delle indagini con fiducia, ma questi giorni lotteremo, come già i dipendenti della Cooperativa si sono espressi, affinché la Cooperativa continui a lavorare col suo merito.

Chiediamo alle istituzioni l’appoggio a questa lotta, per il merito di Capodarco e dei suoi uomini e donne, al fine di ristabilire la legalità e la giustizia. Scrivo soltanto, per concludere, come l’articolo della Provincia finiva, perché comprendiate tutti quali sono le finalità occulte di questa lotta alle Cooperative “un sistema comunque che fornisce servizi essenziali e che la trasparenza delle nuove gare dovrebbe sostituire con nuovi soggetti. Resta da capire chi saranno gli eredi di questo sistema che muove annualmente decine di milioni ed occupa migliaia di dipendenti, spesso svantaggiati. I privati e addirittura le multinazionali del mercato non mancano”.  Per dare lavoro agli svantaggiati occorre una grande dedizione nella ricerca di dignità di vita e di lavoro, che solo le motivazioni delle Cooperative nate da noi hanno saputo dare e sapranno dare nel futuro.

don Franco Monterubbianesi

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