Minisindaci non rieleggibili: Catarci, Fantino e Palmieri a rischio

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Minisindaci Palmieri Catarci Fantino
Minisindaci Palmieri Catarci Fantino

Un’altra grana questa volta non solo per il Pd ma anche per Sel e riguarda la rielezione dei presidenti del V municipio, il democratico Giammarco Palmieri e quelli del VI e del VII, i vendoliani Andrea Catarci e Susy Fantino che non sono rieleggibili perché al loro terzo mandato. Lo scrive nero su bianco il segretario generale del Campidoglio Antonella Petrocelli, con una lettera inviata il 4 marzo e che riproduciamo, ma resa nota solo oggi da Terzobinario.it, guarda caso dopo le primarie.

MINISINDACI NEL MIRINO

«Non sono rieleggibili a Presidente del Municipio per la terza volta consecutiva coloro che, eletti a tale carica nel 2008, abbiamo completato il mandato nel 2013 e che rieletti nello stesso 2013, nel secondo mandato abbiano assommato un periodo di carica superiore a due anni sei mesi e un giorno». Rebus sic stantibus il Pd dovrà urgentemente ricorrere alle primarie nel Municipio di Palmieri mentre Sel, che di primarie non è tenuta a farne, dovrà nominare i suoi candidati di corsa anche per contrastare Enzo Foschi del Pd pronto a scalare le vette dell’Ostiense. Palmieri, come Catarci e Fantino  sono stati elettie nel 2008 per il primo mandato e nel 2013 per il secondo mandato, ed è ancora in carica, ma i due sarebbero  stati ri-candidabili se al momento della caduta di Ignazio Marino i presidenti di Municipio avessero deciso di seguire le sorti del sindaco e dimettersi. Invece hanno preferito restare in carica per garantire, dicono loro, la continuità amministrativa, ma in qualche caso anche per riposizionarsi ad una prossima ri-candidatura con le elezioni di giugno.

ORE CRUCIALI

Rimane il fatto che secondo alcuni nelle prossime ore sarà necessario un approfondimento perchè  lo stop potrebbe non riguardare il V Municipio di Pamieri  in quanto si tratta di un nuovo ente nato dalla fusione tra gli ex Municipi VI e VII. Anche se la nota del Segretario Generale parla chiaro: «L’operazione di riduzione dei Municipi da 19 a 15 non ha prodotto altri effetti se non, ovviamente, la loro ri-denominazione dettata dalla nuova sequenza numerica che ne è conseguita e, per alcuni di essi, l’accorpamento dei relativi ambiti territoriali». Ma resta evidente che il problema non è di territori ma di nomi e persone che permarrebbero nell’incarico oltre i limiti consentiti. Poi se qualcuno deve fare il presidente del Municipio a vita occorrerà pure decidere, ma soprattutto argomentare giuridicamente ala decisione.

Giuliano Longo

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