Elezioni, Marino contro Cantone: “Fu il Pd ad impedire la mia battaglia contro illegalità”

Le dichiarazioni dell'ex sindaco nella loro versione inglese aprono un inedito fronte polemico

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L’ex sindaco Ignazio Marino dà il via a quella che sarà la sua polemica con il Pd romano (e non solo). I primi brontolii del temporale preannunciato diverranno tuoni con la presentazione del suo libro il 30 prossimo alla presso la sede della stampa estera. Un punto di non ritorno nei rapporti fra il “Marziano” e il partito che lo ha fatto eleggere nel 2013. Succede nel frattempo che l’indagine dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) sulla gestione del Comune di Roma dal 2012 al 2014, riveli «la sistematica e diffusa violazione delle norme e il ricorso generalizzato e indiscriminato a procedure prive di evidenza pubblica, con il conseguente incremento di possibili fenomeni distorsivi che agevolano il radicarsi di prassi correttive.»

Il documento risale al 10 marzo scorso e ampi stralci sono stati già pubblicati da Repubblica e Messaggero. Nella sostanza Cantone punta il dito su tutti gli ambiti nei quali sono state riscontrate irregolarità: dalla manutenzione delle strade ai servizi per i disabili, dagli ospizi agli affitti delle case, dalla macellazione della carne alla tutela del verde pubblico, dall’acquisto di nuovi software alla gestione dei canili. Come dire che dopo Alemanno non vi è stata alcuna svolta da parte della nuova amministrazione, ma una sostanziale ‘illecita’ continuità.

Sotto il profilo politico è uno smacco per l’ex sindaco che della bandiera della legalità e della trasparenza ha fatto la sua ultima ridotta di difesa. Solo che gli viene di fatto rimproverato di aver assunto tali posizioni dopo i primi arresti per “Mafia capitale”. Arresti che secondo il romanissimo commissario democrat Matteo Orfini, giustificavano la ‘pulizia etnica’ dell’intero corpo di quel partito dilaniato dalle correnti e gestito dai capi bastone. Pulizia più proclamata che realizzata. Era inevitabile la reazione di Marino alle conclusioni di Cantone che gettano ombre, quanto meno di insipienza, sulla sua gestione amministrativa. «Ho letto con grande attenzione – scrive su Facebook l’ex sindaco di Roma – i resoconti giornalistici sull’ispezione condotta da Raffaele Cantone sugli appalti del Comune di Roma.

Un’indagine che si aggiunge a quella sui conti che avevo richiesto e ottenuto e che impegnò per sei mesi la Guardia di Finanza in Campidoglio. Rivendico con orgoglio di essere stato io a volere questa collaborazione, anche firmando nel luglio del 2015 con lo stesso Direttore dell’Anac il primo Protocollo di Vigilanza Collaborativa fra Comune di Roma e Anac.» Ciò non toglie che ‘protocolli’ e consegna di faldoni alla Procura non abbiano poi determinato interventi decisivi se non che dopo ‘mafia capitale’ e nemmeno tanto efficaci a giudizio di Cantone. Ora è tutta una corsa a dire: io l’evo detto, io ho contrastato, io ho impedito ecc. Compreso l’ex assessore alla legalità e magistrato Alfonso Sabella reduce dai fasti editoriali con la presentazione del suo ultimo libro.

Ma nella versione inglese del dispaccio ANSA Marino dice qualcosa di più e mette pesantemente un piede nella campagna elettorale affermando «my fight against illegality was interrupted by the PD.» La mia battaglia contro l’illegalità fu interrotta dal Pd. Affermazione che non mancherà di suscitare sanguinose polemiche nel pieno di questa confusa competizione per la conquista del Campidoglio.

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