Le parole di Salvatore Buzzi sulla Regione Lazio hanno generato un fine settimana di polemiche che hanno rialzato i toni della politica proprio quando l’inizio di un agosto accaldato dava il “la” alle settimane più pigre dell’anno. Invece, appena riaperto il consiglio regionale il presidente Nicola Zingaretti è andato subito sullo scranno più alto della Pisana per rispondere alle indiscrezioni di Buzzi e spiegare la situazione a maggioranza e opposizioni. “Il signor Buzzi – ha detto Zingaretti- in carcere da dicembre con l’accusa di associazione mafiosa per ammissione del suo stesso avvocato, con queste deposizioni ha messo in campo la sua strategia difensiva: sottrarsi all’accusa di associazione mafiosa e rappresentare una condizione, e cito testualmente il virgolettato di un quotidiano, ”di persona vessata dalla politica per riuscire a lavorare”.
Entrando nel merito di quanto pubblicato da alcuni giornali Zingaretti ha subito chiarito che “si tratta di indiscrezioni di stampa, perchè di altro materiale che dovrebbe, io credo, essere ancora coperto dal segreto istruttorio, non ho potuto prendere visione” e per questo ha annunciato querela nei confronti di Buzzi poichè “credo che nel nostro ordinamento l’accusato abbia il diritto di mentire sulle proprie responsabilità, ma non di calunniare terzi. Buzzi risponderà di fronte alla Giustizia. Ho conferito mandato ai miei legali per querelarlo per le sue dichiarazioni”.
Poi il presidente ha cominciato a riprendere punto per punto quanto avrebbe detto Buzzi, riferito inizialmente dal Tg della tv LA7 venerdì scorso e riportato da alcuni quotidiani romani: dalla vicenda del palazzo della Provincia di Roma all’EUR fino alla gara Multiservizi ancora in corso che il presidente definisce senza mezzi termini due ipotesi false. Sulla Multiservizi, gara che secondo la Regione porterà risparmi per 250 milioni di euro Zingaretti ha affermato: “Buzzi torna a parlare di una vicenda in realtà già nota dalle intercettazioni: la gara multiservizi, parlando di un presunto accordo e di una spartizione millimetrica tra centrodestra e centrosinistra sul numero dei lotti, sei al centrosinistra e uno al centrodestra, e che in questa spartizione propostagli da Gramazio, egli avrebbe rifiutato perchè non se ne sentiva all’altezza. Anche qui denuncio questa ipotesi di accordo spartitorio come totalmente falsa”. E poi ribadisce: “Rifiuto in generale il teorema di comodo, a mio giudizio, che l’unico modo da parte di un’azienda di vedere riconosciuto in una gara il proprio diritto sia quello di passare per le forche caudine della corruzione, mediante un patto corruttivo tra maggioranza e opposizione. Lo dico, se non altro, nel rispetto di tutti noi e degli assegnatari di circa 4 miliardi di euro di gara, tra cui nessuna delle società collegate a Mafia Capitale”.
Capitolo provincia di Roma: “Nelle deposizioni, Buzzi fa un lungo e preciso elenco di personalità politiche a cui ammette aver corrisposto cifre a scopo corruttivo. Tra queste, non risulta nessun esponente di questa amministrazione e afferma poi, non per conoscenza diretta, ma perchè gli sarebbe stato riferito da terzi, che sull’acquisto del Palazzo della Provincia di Roma, che io avrei acquistato prima che venisse costruito, si sarebbero pagate somme illecite a diverse persone, anche a mio nome. Dagli organi di stampa abbiamo appreso che gli interessati hanno provveduto a smentire, ma anche a promuovere querele su queste affermazioni. Da parte mia- ha detto- non posso che confermare che la ricostruzione data è palesemente e totalmente falsa”. La Provincia di Roma, ha proseguito, “non comprò nessun palazzo prima che venisse costruito, e compito della mia amministrazione insediatasi nel 2008 fu quella di portare a termine una operazione decisa molti anni prima dalla precedente amministrazione, se non erro nel 2005, e confermo di non aver mai ricevuto nessun tipo di beneficio personale, materiale, economico e, mi permetto di dire, neanche politico viste le polemiche che quella scelta suscitò”. Zingaretti ha poi aggiunto che “fu conclusa a mio giudizio un’operazione perchè condividevamo l’idea giusta e anticipatrice di politiche di spending review di concentrare le sedi istituzionali divide in diversi siti con svariati milioni di risparmi. Ed è noto che l’operazione fu anche oggetto di una lunga istruttoria della Corte dei Conti che si concluse nel dicembre del 2012 con l’archiviazione e che fu presa nello scontro della battaglia politica anche, ad esempio, dal presidente Storace nella campagna elettorale, il quale a conclusione dell’indagine prese atto della conclusione e me ne diede pubblicamente conto”.
Infine sulla questione della gara Cup Zingaretti dice all’Aula: “Nelle deposizioni sembrerebbe che Buzzi riferisca di un accordo a monte, cito testualmente, ”del presidente Zingaretti e del consigliere Storace per cui su quattro lotti tre sarebbero andati alla maggioranza e uno all”opposizione di centrodestra”. Con Storace ho avuto in questi due anni molte occasioni di scontro, ma anche di incontro e confronto. Abbiamo discusso, a volte abbiamo trovato punti di sintesi, molto spesso no. Ma è falso nella maniera più assoluta che questo accordo sia mai esistito o anche solo teorizzato”. “Io non avrei mai accettato, e dico e confermo che mai il consigliere Storace me lo abbia proposto in qualsiasi forma- ha proseguito Zingaretti – nè sulla gara Cup nè sulle altre. Sempre secondo le deposizioni questo presunto accordo fu rotto da una iniziativa del consigliere Gramazio, capogruppo allora di Fi, che nel nome di una maggiore rappresentatività del numero di consiglieri avrebbe imposto un nuovo patto. Anche questa ricostruzione è totalmente falsa. Mai mi è stata proposta e mai quindi ha avuto seguito”.
Insomma uno smontaggio pezzo a pezzo di frasi che Salvatore Buzzi avrà detto nell’ambito della sua strategia difensiva, ma che arrivano sulla stampa come vere e proprie accuse nei confronti del vertice di una istituzione che da mesi sta affrontando gli scossoni in arrivo dalle indagini della procura di Roma mettendo sempre in chiaro la propria posizione. Per questo anche ieri in consiglio regionale Zingaretti ha voluto ricordare il percorso intrapreso sin dalla sua elezione: “La storia di questi due anni è stata una storia diversa e, pur ciascuno con le proprie idee e dentro una battaglia politica, abbiamo contribuito tutti non tanto a spartirci il potere, ma piuttosto – e questo è negli atti e rimarrà nella storia – a demolire moltissima di quella sovrastruttura regionale che a volte è stata il terreno di pratiche consociative, che hanno creato nel tempo costi insostenibili, debiti e anche opacità in tanti luoghi decisionali che, non a caso, abbiamo deciso di ridurre”.
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