Il lavoro della Commissione in materia di sicurezza stradale per il periodo 2011-2020 è disciplinato da un quadro strategico che persegue l’obiettivo di dimezzare il numero di vittime della strada nel periodo di riferimento. La Commissione ha condotto una valutazione di medio percorso del quadro strategico, facendo un bilancio delle azioni finora intraprese ed esaminando i progressi compiuti per conseguire l’obiettivo fissato. Dalle conclusioni si evince che: il quadro programmatico in atto, il cui obiettivo strategico, le aree di interesse e le misure specifiche sono efficacemente incentrati sui principali problemi legati alla sicurezza stradale, ed il cui approccio olistico copre sia gli automobilisti che gli utenti vulnerabili della strada, rimarrà pertinente anche nei prossimi anni, in quanto ha infatti, dimostrato di essere uno strumento utile e importante per monitorare e valutare i progressi in materia di riduzione dell’incidentalità e della mortalità. Il traguardo per il 2020 è ancora raggiungibile, anche se non senza difficoltà: mediamente il numero di vittime della strada dovrà ridursi del 7,8% all’anno. Si tratta di un obiettivo ambizioso, ma non impossibile per il quale sono necessari ulteriori sforzi. Sono soprattutto gli Stati membri a dover intervenire, poiché la maggior parte degli interventi migliorativi è realizzata quotidianamente a livello nazionale e locale: l’applicazione della normativa stradale, lo sviluppo e la manutenzione delle infrastrutture ma anche le campagne educative e di sensibilizzazione. La Commissione europea interviene nei casi in cui esista un chiaro valore aggiunto europeo, ad esempio attraverso l’applicazione transfrontaliera della normativa sulle infrazioni stradali o la definizione di norme tecniche di sicurezza per le infrastrutture e i veicoli; tiene continuamente sotto osservazione la situazione ed incoraggia e aiuta gli Stati membri a migliorare i loro risultati attraverso lo scambio di dati, conoscenze ed esperienza e la condivisione delle migliori prassi.
Il CEREMSS – Centro di Monitoraggio della Sicurezza Stradale della Regione Lazio, in fase di realizzazione da parte di ASTRAL, ha obiettivi in linea con quelli sopra indicati per le strade del territorio di competenza ed ha individuato obiettivi e risultati raggiunti alla luce dei dati di incidentalità raccolti dall’ISTAT a tutto il 2014. La riduzione del numero di incidenti complessivamente verificatisi nella regione rispetto all’anno 2010 è stata migliore rispetto a quella attesa in relazione all’obiettivo di riduzione medio per raggiungere il – 50% nel 2020, con un diverso andamento da parte delle 5 Province: al di sopra dello scostamento medio atteso per le Province di Roma, Latina e Frosinone, inferiore per le Province di Viterbo e Rieti (vedi grafici nr. 1 e 2).
Tuttavia l’analisi dei dati del Lazio in termini di riduzione del numero di morti per incidenti stradali rispetto all’anno 2010 sebbene in linea con quella auspicata dall’obiettivo UE fino al 2013, nel 2014 ha subito una riduzione. In particolare, al di sotto della media attesa si sono trovate Province di Roma, Rieti e Frosinone, più virtuose invece le Province di Latina e Viterbo (vedi grafici nr. 3 e 4).
Nelle linee guida per una maggior sicurezza stradale, presentate dalla Commissione europea già dal 2010 e da prendere come riferimento dal 2011 fino al 2020, le misure più importanti riguardano la tutela degli utenti del traffico più a rischio, come pedoni o ciclisti, il miglioramento della loro formazione alla guida, l’applicazione coerente delle norme di circolazione e la garanzia di un’infrastruttura stradale per loro più sicura. Dal piano strategico UE si evince, quindi, che meritano maggiore attenzione gli utenti della strada vulnerabili e le lesioni gravi. I decessi di pedoni e ciclisti e degli utenti più anziani (di età superiore ai 65 anni) sono diminuiti più lentamente rispetto ad altri gruppi d’utenza. I casi di lesioni gravi non diminuiscono con la stessa rapidità dei decessi. Le sfide future in materia di sicurezza stradale si concentrano nella prevenzione sull’invecchiamento della popolazione e sui dispositivi tecnici che possono costituire una fonte di distrazione alla guida. Nei prossimi anni si dovrà tenere conto gli sviluppi in materia oltre che in materia di nuove tecnologie di sicurezza quali i sistemi cooperativi di trasporto intelligente (ITS) e i sistemi di guida automatica.
Le statistiche 2015 sulla sicurezza stradale pubblicate dalla Commissione europea il 31 marzo u.s., confermano le strade europee come le più sicure al mondo, sebbene la riduzione del numero di vittime abbia recentemente subito un rallentamento, primo dopo 14 anni di trend positivi. Tuttavia, sebbene non si registrino miglioramenti, nel 2015 sulle strade dell’UE hanno perso la vita 5.500 persone in meno rispetto al 2010. Il numero di 26.000 morti del 2015 ha fatto registrare un tasso medio di mortalità invariato rispetto agli ultimi due anni (51,5 morti ogni milione di abitanti). Al rallentamento, successivo ad una riduzione significativa (8%) nel 2012 e2013, hanno contribuito numerosi fattori tra cui una maggiore interazione tra gli utenti della strada non protetti e quelli motorizzati. Secondo le stime della Commissione, sulle strade dell’UE sono rimaste gravemente ferite 135.000 persone, di cui una parte importante è rappresentata da utenti vulnerabili (pedoni, ciclisti ecc.). Il costo sociale (riabilitazione, assistenza sanitaria, danni materiali ecc.) di morti e feriti sulle strade è stimato intorno a 100 miliardi di euro. Sugli incidenti stradali gravi gli Stati membri d hanno iniziato a fornire dati comparabili e maggiormente affidabili: un passo significativo verso la ricerca di una soluzione europea al problema delle lesioni gravi. Le statistiche specifiche per paese rivelano che il numero delle vittime della strada varia ancora sensibilmente all’interno dell’UE, sebbene questo divario si vada riducendo ogni anno. Alcuni paesi che tradizionalmente registrano buoni risultati hanno compiuto progressi più modesti, mentre tre degli Stati membri col maggior numero di decessi per incidenti stradali hanno migliorato le condizioni di sicurezza stradale. Violeta Bulc, Commissaria per i Trasporti, ha dichiarato: “Ogni singolo decesso o lesione grave è uno di troppo…Invito gli Stati membri a intensificare gli sforzi volti ad applicare la normativa stradale e ad organizzare campagne di sensibilizzazione. I costi derivanti da tali azioni sono insignificanti se confrontati ai 100 miliardi di euro che gli incidenti stradali mortali o con feriti costano alla società. Dal canto suo la Commissione continuerà ad intervenire in quei settori nei quali le sue azioni possono infondere un chiaro valore aggiunto europeo. Il futuro della sicurezza stradale sarà sempre influenzato dalla tecnologia e dall’innovazione. Nel medio e lungo periodo, ad esempio, la guida connessa e automatizzata potrebbe essere di enorme utilità per evitare le collisioni: ci stiamo adoperando per porre in essere il quadro più adatto.”
I progressi tecnologici hanno notevolmente migliorato la sicurezza dei veicoli con significativi passi avanti nel settore tecnologico e dell’innovazione che permetteranno in futuro di migliorare la sicurezza stradale, in particolare nel campo dell’automazione e della connettività dei veicoli. Per agevolare la transizione verso l’automazione e migliorare la gestione del traffico, la Commissione nella seconda metà del 2016 intende elaborare un piano generale per la diffusione dei sistemi di trasporto intelligenti cooperativi (STI), una sorta di comunicazione bidirezionale tra i veicoli, tra questi e le infrastrutture stradali e tra le infrastrutture stesse. I veicoli potranno avvisare direttamente (ad esempio in caso di frenata d’emergenza) o attraverso l’infrastruttura (ad esempio segnalando lavori stradali imminenti). La Commissione UE invita tutti gli Stati membri ad impegnarsi il più possibile nella lotta per la Sicurezza Stradale.
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