Famiglia con 84mila euro di reddito in una casa popolare

La scoperta shock durante un controllo. Il Comune interviene

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ARICCIA RAPINA

«Noi in una occupazione abbiamo trovato una famiglia con 84 mila euro di reddito. A pedate sono stati mandati via, perchè non c’è pietà rispetto ad una situazione del genere”. Lo ha detto l’assessore capitolino alla Casa, Daniele Ozzimo, intervenuto in diretta al programma ‘Siamo noi’, in onda su Tv2000.”Poi è chiaro – ha precisato – che se troviamo occupanti che stanno in forte, forte indigenza economica, saremmo delle bestie a non tener conto di uno stato di necessità che c’è e su cui bisogna costruire strumenti e soluzioni alternative”.

VENDITA DELLE CASE – “Evidentemente le proteste e le manifestazioni di queste settimane cominciano a lasciare il segno se il Ministero delle Infrastrutture ha cercato di porre riparo e fornire alcune rassicurazioni in merito al decreto attuativo dell’art. 3  del cosiddetto Piano Casa Lupi (la legge 80 del 2014).
Solo che, al momento, siamo di fronte solo a un  misero tentativo di depistaggio che non rettifica nulla di essenziale.
In primo luogo, il governo non smentisce che, a proposito della dismissione delle case popolari, si vuole introdurre il meccanismo della vendita all’asta pubblica, un meccanismo di per sé che produce l’effetto che il patrimonio possa andare nelle mani di terzi acquirenti. Cosa è questa se non una privatizzazione, con in più, il rischio di operazioni poco trasparenti vista la penetrazione di poteri criminali nel settore?
Si afferma che i prezzi non saranno quelli di mercato ma nel testo del decreto c’è scritto che la base d’asta sarà il prezzo di mercato dell’alloggio, secondo i valori OMI.
Si afferma che in ogni caso gli assegnatari che non eserciteranno il diritto di prelazione (che sul decreto è scritto che avverrà solo sulla base del prezzo di aggiudicazione dell’asta) in ogni caso saranno spostati in un altro alloggio. Sul decreto, però, c’è scritto che tale tutela avverrà solo in caso di vendita all’asta di palazzi in blocco e non in caso di vendita frazionata dei singoli alloggi. La differenza è enorme. In ogni caso, si conferma quello che noi abbiamo denunciato: gli assegnatari che non potranno comprare (che saranno in prevalenza anziani) saranno “deportati” in altre zone, probabilmente più periferiche e degradate.
Si dichiara che le dismissioni riguarderanno gli immobili fatiscenti e i cui costi di manutenzione sono eccessivi. Anche qui, si tenta il gioco delle tre carte: nel decreto si fa solo una scala di priorità nella predisposizione dei piani vendita (oltre gli immobili fatiscenti anche gli appartamenti nei condomini misti)  ma il meccanismo dell’asta pubblica è generalizzato per qualsiasi piano di vendita.
In ultimo, ma non per ultimo, gli immobili popolari degrada

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